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Aeronautica Macchi MC. 202 e 205
Versione Italiana | 13.04.2022

Presa nell'inverno 1942, questo foto mostra il Macchi C.202 MM.7806, un velivolo della terza serie costruttiva, prima della consegna alla Regia Aeronautica. La mimetizzazione è giallo-sabbia scuro, con macchie di colore verde. Sono presenti solo le insegne di nazionalità (Foto Aermacchi via R. Niccoli)

A SINISTRA: Primo piano per il lato sinistro della fusoliera e il ruotino di coda.
A DESTRA: primo piano sull'estremità alare, con alettone sinistro e i fasci alari in evidenza

Vista della parte inferiore dell'ala da notare il contorno della mimetizzazione, la posizione dei fasci e dei flap

Il lato destro del muso con l'elica, gli scarichi del motore, il radiatore dell’olio e la cappottatura del motore.
Il Macchi C.202 MM.9476 (nona serie costruttiva), conservato presso lo Smithsonian National Air and Space Museum a Washington, è uno degli unici due esemplari originali rimasti al mondo. Porta i colori della 90 Squadriglia, 10° Gruppo del 4 Stormo, che operò in Africa settentrionale. Catturato dagli americani, questo velivolo fu portato negli Stati Uniti per valutazioni e quindi restaurato e conservato 202 codice 90-4 era l'aereo del Serg. Magg. Amleto Monterumici in Nordafrica, ma aveva una diversa matricola militare.
L'MC. 202 "Folgore" e il C.205 "Veltro", sono due dei caccia italiani più belli e famosi della storia dell'Aviazione Italiana, sono stati prodotti dall'allora Aeronautica Macchi, oggi Leonardo (Finmeccanica), durante la Seconda Guerra Mondiale.
i caccia MC.202 e 205 furono entrambi il risultato di uno sviluppo evolutivo iniziato nel 1936, con la progettazione, da parte dell'Ing. Mario Castoldi, del Macchi C.200 "Saetta". Ottimo velivolo, il 200 aveva i suoi punti deboli nella scarsa potenza del motore (870 CV al decollo) e nell'armamento, appena due mitragliatrici SAFAT da 12,7 mm. Per ovviare a questi inconvenienti, che ponevano il nuovo caccia già in condizioni di inferiorità nei confronti degli Hurricane e degli Spitfire alleati, Ia Macchi decideva di sua iniziativa di acquistare un motore Daimler-Benz DB.601 (1175 CV) per installarlo su una cellula di MC.200.
Il primo MC.202 "Folgore" volava cosi il 10 agosto 1940, e dimostrava di mantenere le qualità del predecessore, ma con velocità massima (596 km/h), accelerazione e rateo di salita nettamente migliori. La Regia Aeronautica decideva di acquistare massicciamente il nuovo modello, e il motore DB.601A-1 veniva costruito su licenza dall'Alfa Romeo, come RA 1000 RC 41. Nell'estate del 1941 il 1° Stormo iniziava a ricevere i primi esemplari di serie, ma non poteva essere trasferito in Nordafrica prima del mese di novembre, perché i velivoli non erano ancora predisposti per l'utilizzo nel deserto.
Il breve periodo di superiorità aerea conseguito dalle forze dell'Asse nel teatro mediterraneo e nordafricano nella primavera del 1942, era anche dovuto alla presenza degli MC.202 del 1° e 4o Stormo. I Macchi C.202 ordinati dalla Regia Aeronautica furono complessivamente 1.440. Di questi, ne vennero costruiti 1.070 (fino al settembre 1943) da Macchi, Breda e SAI Ambrosini. Alla ricerca di più elevate prestazioni, a fronte della comparsa di sempre migliori caccia nemici, la Macchi faceva volare il 19 aprile 1942 il C.202bis, aerodinamicamente molto simile al 202, ma propulso dal Daimler-Benz DB.605 da 1.475 CV al decollo.
Il lato destro dell'abitacolo, con dettagli del tettuccio. del raccordo ala-fusoliera e delle pannellature
FOTO SOPRA: primo piano per il vano carrello principale con attuatori e portelli
FOTO SOPRA: Macchi C202 MM.7844 terza serie costruttiva conservato presso il Museo Storico dell’Aeronautica Militare, a Vigna di Valle, è 'altro esemplare ancora esistente di questo famoso caccia I colori sono quelli di un velivolo della 919 Squadriglia, 10° Gruppodel 42 Stormo. Da notare i flap estesi sulla sola parte inferiore dell'ala.
FOTO SOPRA: Macchi C202 MM.7844 terza serie costruttiva conservato presso il Museo Storico dell’Aeronautica Militare, a Vigna di Valle, è 'altro esemplare ancora esistente di questo famoso caccia I colori sono quelli di un velivolo della 919 Squadriglia, 10° Gruppodel 42 Stormo. Da notare i flap estesi sulla sola parte inferiore dell'ala.
In evidenza la gamba di forza del carrello, con ammortizzatore, pneumatico e portello.
ll Macchi C.205 MM.92215 (terza serie di produzione) ripreso nell'estate del 1943, prima della consegna alla Reqia Aeronautica La mimetizzazione è formata dal giallo-sabbia scuro con "amebe" di colore verde. In evidenza le differenze dal modello C.202, come la diversa ogiva dell’elica i radiatori dell'olio sdoppiati, il diverso ruotino di coda, i cannoni alari (non presenti però su tutte le versioni (Foto Aermacchi via R. Niccoli)
Primo piano sull’estremità alare del 205, con dettagli dell’alettone di sinistra e della coccarda di nazionalità
In evidenza la sezione di coda del 205, sostanzialmente identica a quella del 202
Dettagli della zona dell'abitacolo del 205. Si può osservare tra l'altro la forma del tettuccio l'asta dell'antenna radio e il radiatore ventrale
La zona ventrale del 205 Da notare ali alloggiamenti del carrello, il carrello stesso e il radiatore ventrale del liquido di raffreddamento del motore.
Era questo il progenitore del C.205V "Veltro" che, oltre ad altre migliorie, tra cui un'ala maggiorata, aveva anche un armamento alare costituito da due cannoncini Mauser da 20 mm, finalmente adeguati alle necessità. Il motore veniva costruito su licenza dalla Fiat come RA 1050 RC58, ma il rateo produttivo risultava essere molto inferiore alle necessità. La Regia Aeronautica ordinava un totale di 262 C.205, di cui 202 consegnati entro l'armistizio dell'8 settembre 1943.
Questi velivoli equipaggiarono il 4° Stormo e alcune squadriglie del 3° e 51°Stormo.
Al Sud, l'Aeronautica cobelligerante continuò ad utilizzare il C.205, così come al Nord fece l'Aviazione Nazionale Repubblicana, che poté ricevere un centinaio di velivoli costruiti dalla Macchi sino alla primavera del 1944, quando i bombardamenti Alleati interruppero la produzione.
Nel dopoguerra sopravvissero pochibMC.202, che vennero utilizzati dalla Scuola di Lecce fino al 1947 I trenta Macchi C.205 rimasti alla fine della guerra, invece, equipaggiarono il 5o Stormo sino al 1947, quando vennero anch'essi assegnati alla Scuola di Lecce, dove servirono per circa un anno ancora.
LE MIMETIZZAZIONI
I caccia Macchi portarono diverse mimetizzazioni, tipiche del periodo per i velivoli della Regia Aeronautica. Se le superfici inferiori furono sempre in grigio chiaro, quelle superiori ricevettero varie colorazioni, dal verde scuro uniforme a vari schemi con applicazione di colori sabbia, giallo scuro, marrone e verde. Gli interni erano generalmente di colore verde chiaro. Per la migliore "storicizzazione" dei modelli, si consiglia comunque di consultare la documentazione fotografica e le informazioni contenute in numerosi libri dedicati a questi soggetti, in considerazione anche delle diversità di stemmi, insegne e codici in uso presso i vari reparti della Regia Aeronautica. Gli esemplari di Macchi in servizio nel dopoguerra, invece, ricevettero come tutti gli altri velivoli una finitura generale in color alluminio.
Il Macchi C.205V conservato il Museo Storico dell'AMl è in realtà un C.202 trasformato nel 1949 dalla Macchi per essere poi consegnato alla Scuola di Lecce, come testimonia anche la matricola MM.9546, che è stata conservata, e che appartiene ad un velivolo di costruzione Breda della decima serie. Questo specifico velivolo è nei colori della 97° Squadriglia 9° Gruppo del 4 Stormo dell`Aeronautica cobelligerante (1943-45), anche se non fu mai tra i velivoli utilizzati effettivamente da tale reparto presso
Primo piano per il muso del C.205V di Viana di Valle. Spiccano le linee della mimetizzazione, il filtro dell’aria gli scarichi del motore e i radiatori dell'olio.
Vista del Macchi C.205V MM.92214 (terza serie di proprietà dell'Aermacchi di Venegono. E uno degli unici due esemplari sopravvissuti, mentre l'altro si trova al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano (MM.92166), LMM.92214 fu consegnato al 9 Gruppo del 49 Stormo l'8 settembre 1943. In seguito fu utilizzato dal 21° Gruppo del 51° Stormo e nel dopoguerra dalla scuola di Lecce.
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