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BM-13 KATYUSHA
Versione Italiana | 02.06.2022

Una delle armi «mitiche» dell’esercito Russo impiegate durante la Seconda Guerra Mondiale fu senza dubbio il lanciarazzi Katyusha. Questi temibili mezzi, utilizzati in massa all’inizio di qualsiasi offensiva russa, disintegravano quasi sempre la prima linea di difesa tedesca.

SINISTRA: Dettaglio del serbatoio deDettaglio del serbatoio del camion Zis-151V, un modello basato sul GMC nordamericano (foto Karl-Heinz Feller)
DESTRA: Dettaglio del semplice meccanismo di alzo. La portata del proiettile dipende unicamente dall’angolo di lancio (foto Karl-Heinz Feller).

SINISTRA: Questo esemplare è esposto al Museo Militare di Kiev (Ucraina) ed è stato parzialmente ricostruito, poiché le ruote non sono quelle originali.
DESTRA: Un BM-13 nella configurazione originale, utilizzata agli inizi della Seconda Guerra Mondiale.

SINISTRA: Dettaglio del radiatore della Zis-6. I camion sovietici sono sempre stati inferiori per qualità e potenza rispetto a quelli tedeschi.
DESTRA: Supporto per il visore di tiro, con il quale si può arrivare a calcolare con precisione l’angolo e la gittata dello sparo (foto Karl-Heinz Feller).
SINISTRA: Frontale del camion Zil-151V (foto Karl-Heinz Feller).
DESTRA: Gli esemplari del dopoguerra includevano dei sedili per il trasporto del personale supplementare (foto Karl-Heinz Feller).
DESTRA: Gli esemplari del dopoguerra includevano dei sedili per il trasporto del personale supplementare (foto Karl-Heinz Feller).
Le origini dei Katyusha risalgono al 1938, quando venne deciso di adattare per l’uso terrestre il razzo da aviazione M-132, utilizzato da aerei quali l’I-152 e l’I-16. Inizialmente, si lavorò sul camion Zis 5, armato con le caratteristiche rotaie di lancio, ma il progetto presentava una serie di problemi.
Nel 1940, si riuscì a completare un modello che possedeva una precisione accettabile, denominato BM-13-16, cioè, veicolo con razzi M-13 e 16 lanciarazzi.
Quando l’invasione tedesca ebbe inizio, nell’inverno del 1941, erano stati completati soltanto 40 lanciarazzi, classificati come armi di alta segretezza: per questa ragione dipendevano direttamente dal comando dell’alto Stato Maggiore.
Il primo attacco effettuato dai Katyusha ebbe luogo il 7 luglio, contro il nodo ferroviario e la concentrazione di truppe ad Orsha. Questa azione provocò il caos totale tra i tedeschi e perfino tra gli stessi soldati sovietici, che non erano stati avvertiti dell’impiego di questa nuova arma e che rimasero sorpresi davanti all’intensa pioggia di proiettili scatenatasi in soli pochi secondi.
Nonostante il fatto che risultati come questo avrebbero già potuto modificare il corso della travolgente avanzata tedesca, le autorità russe diedero il via ad un grosso programma di produzione. Venne creato un nuovo razzo più leggero, denominato M-8, che venne montato sui carri leggeri T-40 e T-60 (BM-8-24) o su camion (BM-8-36). Alla fine del 1941 erano in servizio 554 lanciarazzi.
Il lato positivo, dal punto di vista dell’esercito, era che quest’arma poteva essere prodotta con facilità, perfino in fabbriche di limitata grandezza, e molto più a buon mercato e velocemente rispetto ai cannoni.
Il nuovo sistema offriva una minore precisione di tiro, però compensava questo inconveniente con la sua massiccia possibilità di utilizzo. Un solo Katyusha del tipo BM-13 poteva sparare 4.350 kg di razzi su di una superficie di 200 m2 in meno di 10 secondi.
Se moltiplichiamo il numero per i 36 lanciarazzi che formavano un battaglione, possiamo immaginare l’effetto devastante di un attacco di Katyusha.
Un particolare piuttosto curioso: poiché i razzi dei Katyusha, quando venivano lanciati, generavano un tipico suono metallico, questi laciarazzi furono battezzati dai tedeschi gli “Organi di Stalin”.
Alla fine del 1942, venne creato un razzo pesante, denominato M-30, riconoscibile per la sua testata sferica e sproporzionata. All’inizio veniva lanciato da batterie installate a terra finché, al termine del 1944, cominciò ad essere montato sopra il camion Studebaker US-6, fornito dagli Americani. In questo stesso periodo, i razzi più vecchi, specialmente il BM-13, venivano montati soprattutto sui tipi di camion occidentali, come lo Chevrolet 1 1/2 ed il GMC 2 1/2. Lo Studebaker, comunque, rimase sempre il più utilizzato.
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SINISTRA: In questa fotografia si possono osservare le piastre metalliche che proteggono i vetri dall’espansione dell’aria prodotta dai razzi (foto Karl-Heinz Feller).
DESTRA: In questa immagine si può notare come i bracci posteriori di ancoraggio al terreno del veicolo siano stati smontati (foto Karl-Heinz Feller).
DESTRA: In questa immagine si può notare come i bracci posteriori di ancoraggio al terreno del veicolo siano stati smontati (foto Karl-Heinz Feller).
Alla fine della guerra, i sovietici possedevano più di 2.000 Katyusha in servizio. Nel dopoguerra, il camion Zil-151 sostituì i modelli nordamericani nelle catene di montaggio ed i Katyusha vennero progressivamente perfezionati e dotati di una struttura più moderna e capiente.
Nel 1955, il BM-31 venne sostituito dal BM-24 ed il BM-13 dal BM-14. Vennero sviluppati nuovi sistemi più pesanti, come il BMD-20 e BM-25, che arrivavano a coprire un raggio di 60 km. A partire dal 1965, il nuovo BM-21 ha rappresentato il sistema lanciarazzi standard dell’Esercito Russo e di altri Paesi sottoposti alla sua influenza. Il BM-21, con un calibro di 122 mm e una batteria di sei veicoli, può sparare 11 tonnellate di razzi sopra un’area di 950 x 600 m, in meno di 20 secondi.
A SINISTRA: Visore di alzo del BM-21. Questo sistema permette una maggiore precisione rispetto a quello a collimazione dei BM-13 e BM-14.
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