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Storia
Verso il conflitto mondiale ( WWI )
Versione italiana     |     03.01.2022
Verso il conflitto
 
Molti europei accolsero con entusiasmo lo scoppio della guerra. Tra essi questa folla tedesca che saluta i suoi soldati in partenza per il Fronte. Tutti pensavano che la prima guerra moderna, combattuta su basi industriali, sfociasse in una rapida vittoria. Il mondo non si rendeva conto di quali orrori lo attendevano.



BISMARCK E LA FRANCIA
Per certi versi la Prima Guerra Mondiale può essere considerata un seguito della Guerra franco-prussiana. Per giungere all’unificazione del suo Paese, durante gli anni '60 del XIX secolo, il cancelliere Otto von Bismarck aveva fatto ampio ricorso alle armi. Il confronto finale con la Francia si era risolto con una vittoria tedesca, una nuova rivoluzione in Francia e il Trattato di Francoforte. In precedenza Bismarck si era sempre guardato dallo sfruttare troppo le sue vittorie, puntando costantemente ed esclusivamente all'unificazione tedesca ma, in occasione del Trattato di Francoforte, commise alcuni gravi errori di valutazione. La Germania strappo alla Francia i contesi territori di Alsazia e Lorena e, inoltre, il trattato impose l'occupazione da parte tedesca del territorio francese al completamento dei danni di guerra. Come se non bastasse, i vincitori proclamarono la nascita dell'Impero tedesco con una sontuosa cerimonia che si svolse nella Galleria degli Specchi della reggia di Versailles, vale a dire nel cuore della potenza francese. La Francia non era stata solo sconfitta, era stata umiliata. La voglia di rivincita e l'irredentismo per l'Alsazia-Lorena sarebbero in seguito divenuti i motivi dominanti della politica estera francese. La Germania si era fatta un irriducibile nemico.

Con l'abituale concretezza Bismarck si prefisse di limitare le conseguenze dei suoi errori. Operò quindi una serie di abili mosse volte all'isolamento diplomatico della Francia e, quindi, ad affievolirne le velleità di rivalsa militare. Non aveva granché da preoccuparsi della Gran Bretagna che, in materia di politica europea, finiva sempre per rifugiarsi nell'abituale isolazionismo, mentre l'Italia rimaneva un amico fidato. Russia e Austria costituivano un problema più difficile a causa della continua rivalità originata dalle loro dispute nei Balcani. L'Austria aveva mire espansionistiche nella regione, mentre la Russia si considerava il protettore slavo di quei territori e non faceva mistero della sua brama di uno sbocco terrestre sui Dardanelli. Di conseguenza Bismarck non aveva la alleanza con l'Austria e subito dopo, in gran segreto, strinse con la Russia il Trattato di Contro assicurazione. Nel 1888 sembrava che il lavorio diplomatico di Bismarck avesse pienamente raggiunto i suoi obiettivi: la Francia era isolata e la Germania capeggiava l'unico sistema di alleanze del Continente. Tuttavia, proprio in quell'anno, in concomitanza con l'incoronazione del nuovo kaiser Guglielmo II, tutto il lavoro del cancelliere venne a trovarsi in pericolo.

La Francia non era stata solo sconfitta, era stata pesantemente umiliata. La voglia di rivincita e l'irredentismo per l'Alsazia Lorena in seguito sarebbero divenuti i motivi dominanti della politica francese. La Germania si era fatta un irriducibile nemico.
LE ORIGINI DEL CONFLITTO
Le conseguenze della guerra franco-prussiana del 1870 fecero si che l'Europa si trovasse invischiata in un soffocante sistema di alleanze militari contrapposte. Le due principali reti di alleanze, capeggiate rispettivamente da Francia e Germania, grosso modo si equivalevano. La Gran Bretagna, per sua parte, era sempre stata restia a qualsiasi coinvolgimento, ma il rischio di una sconfitta nella Guerra dei Boeri persuase il Regno Unito a riconsiderare il suo isolazionismo. Tra Gran Bretagna e Francia persisteva una forte ostilità, di conseguenza la Germania era il logico candidato per un'alleanza militare. Tuttavia la maldestra linea diplomatica tenuta dal kaiser Guglielmo II costrinse praticamente la Gran Bretagna a stipulare con la Francia una "Intesa Cordiale" che ebbe l'effetto di alterare i fragili equilibri politico-militari europei. La tragedia irruppe improvvisamente sul teatro europeo ponendo le alleanze in rotta di collisione. Il drammatico assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo, erede al trono austro-ungarico, mise in moto una spirale di eventi che condusse inesorabilmente allo scoppio della più importante Guerra del Ventesimo secolo.
IL KAISER E LA POLITICA ESTERA
A differenza di suo nonno, il nuovo kaiser avrebbe lasciato una marcata impronta nella politica estera del suo Paese. Guglielmo II era un personaggio dal carattere complicato, a tratti bizzarro. Era piuttosto vanitoso, tanto che aveva un guardaroba così pieno di sfarzose divise militari che avrebbe potuto cambiarne una al giorno per un anno senza esaurirle. Idea fissa del nuovo kaiser era di fare della sua nazione la più grande potenza mondiale, rango che, all'epoca, spettava alla Gran Bretagna.
 
Era nipote della regina Vittoria e come tale nutriva affetto nei confronti della Gran Bretagna, ma anche una profonda gelosia. Il potere di Bismarck e la sua pacifica politica estera lo disturbavano alquanto. Di conseguenza, nel 1890, liquidò il cancelliere, dopo averne sopportato la permanenza in carica solo per ragioni di facciata. Così il più brillante genio diplomatico della storia tedesca, l'architetto dell'Impero, scompariva di scena, lasciando il timone della nazione nelle mani di una inesperta testa calda piena di grandi ambizioni.
Verso il conflitto mondiale
I GROSSI CALIBRI DI UNA DELLE NUOVE NAVI DA BATTAGLIA TEDESCHE.
Una delle prime mosse diplomatiche del kaiser sfocio in un disastro irreparabile: lasciò infatti scadere i termini del Trattato di Contro assicurazione che Bismarck aveva stretto con la Russia rifiutandosi di rinnovarlo. Questo mise in una situazione molto difficile la politica europea dei russi, privandoli di amici fidati nella regione. Per uscire da questo problema la Russia non aveva che una soluzione ovvia: un riavvicinamento alla Francia. Entrambi i paesi erano infatti ridotti al rango di meri spettatori, mentre la Germania sembrava ormai dominare le questioni europee. Così, più per assicurarsi una mutua difesa che non per una genuina amicizia, Francia e Russia strinsero, nel 1894, la Duplice Alleanza. In soli quattro anni Guglielmo II era riuscito a distruggere totalmente la complessa trama accuratamente intessuta da Bismarck; la Francia aveva finalmente un alleato, mentre la Germania veniva a trovarsi in una posizione poco invidiabile, stretta com'era tra due Paesi potenzialmente ostili. Il kaiser rimedio parzialmente acquisendo l'Italia quale nuovo membro della sua alleanza con l'Austria. Nasceva così la Triplice Alleanza. Tuttavia, l'equilibrio delle forze aveva ormai iniziato a pendere in favore della Francia, una nazione che ancora covava velleità di rivalsa contro la Germania e il Trattato di Francoforte.
GUGLIELMO II
II kaiser Guglielmo Il ascese al trono tedesco nel 1888. Era figlio di Federico ille della figlia maggiore della regina Vittoria. Presuntuoso ed eccessivamente sicuro di sé, il kaiser mal sopportava il potere di Bismarck e, nel 1890, lo liquido. Preso cosi il controllo della parte più significativa della politica estera tedesca, il kaiser iniziò a spingere l'Europa verso una nuova guerra. Le sue motivazioni sono ancora oggi motivo di discussione tra gli storici. Ambiva a diventare il dominatore del continente? O forse, semplicemente, mise in moto una serie di catastrofici eventi che non riuscì più a controllare? Di certo il kaiser e la sua personalità sono elementi centrali nello studio della storia dell'immediato anteguerra, Guglielmo sperava che la Germania potesse soppiantare la Gran Bretagna quale potenza dominante a livello mondiale. A questo fine incentivo lo sviluppo delle forze militari terrestri e navali, scatenando cosi una corsa agli armamenti che avrebbe alienato alla Germania le simpatie della Gran Bretagna, suo potenziale alleato in politica estera il kaiser adottò uno stile aggressivo, ricorrendo spesso a velate minacce di guerra anche per questioni di importanza relativa. In conclusione, però, questa sua condotta gli si ritorse contro, spingendo sia la Gran Bretagna che la Russia a trovare accordi con la Francia. Una volta scoppiata la Guerra, tento di assumere il ruolo di capo militare, ma fini con il ritrovarsi succube della sua stessa macchina bellica. Con la sconfitta tedesca e la conseguente rivoluzione, il 9 novembre 1918. Guglielmo fu costretto ad abdicare e a rifugiarsi in esilio in Olanda. Se davvero il kaiser aveva cercato lo scontro per conquistare il dominio sull'Europa, aveva fallito soprattutto nel comprendere la vera natura ei rischi di una Guerra moderna.
Come se non fossero bastati i guai che aveva procurato alla Germania in politica estera, il kaiser prese anche a dilettarsi di questioni navali. Conquistato dalle idee di A.T. Mahan, si convinse che se la Germania voleva davvero assurgere al rango di grande potenza mondiale non poteva fare a meno di una grande Flotta. Di conseguenza, nel 1898, la Germania approvò una legge che avrebbe portato alla creazione della Flotta d'Alto Mare. Uno sviluppo di questa portata non poteva ovviamente passare inosservato in Gran Bretagna, Paese la cui sopravvivenza si basa notoriamente sul dominio dei mari. Comunque, nel 1898, la gracile marina tedesca non aveva ancora dimensioni sufficienti a farla considerare una reale minaccia.
 
Agli occhi della maggior parte degli inglesi le peggiori insidie venivano ancora dal vecchio nemico, la Francia. Il kaiser era dunque andato a interferire nell'unica questione che avrebbe potuto favorire un riavvicinamento tra Gran Bretagna e Francia. Per Guglielmo la marina era, tutto sommato, nulla più che una leva politica; per gli inglesi, invece, era la differenza tra la vita e la morte.
LA HMS DREADNOUGMT
Sviluppata dall'ammiraglio Fisher e varata nel 1906, la HWS (Nave di Sua Maestà) Dreadnought rappresenta una vera e propria pietra miliare nella storia della tecnologia navale militare. Era mossa da un apparato motore di nuova concezione, basato su turbine, che le consentiva un minore bordo libero facendone un bersaglio più difficile per i colpi avversari. Avanzatissimo per l'epoca, tale apparato rendeva la Dreadnought la più veloce unità maggiore in servizio, con una velocità di punta di 21 nodi. Inoltre, la Dreadnought fu la prima nave da battaglia “mono calibra" cioè armata quasi esclusivamente di grossi calibri. Le unità precedenti erano dotate di un armamento eterogeneo, concepito per abbattere una varietà di bersagli. L'armamento della nuova nave da battaglia era invece costituito da dieci pezzi da 305 mm, concepiti per fare fuoco contemporaneamente. Ciascun cannone era in grado di scagliare un proiettile di peso superiore ai 450 kg a 16 mila metri di distanza. In conclusione, la nuova unità era in grado di superare in manovrabilità, velocità e potenza di fuoco qualsiasi altra nave da battaglia dell'epoca. Era generalmente riconosciuto che la Dreadnought avrebbe potuto, combinando velocità e potenza di fuoco, battere da sola buona parte delle marine mondiali. La sua entrata in servizio aveva di colpo reso obsolete tutte le altre navi da battaglia al momento in servizio.
 
Subito, in tutto il mondo, si scateno una gara tra tutte le marine, che si affrettarono a progettare e costruire flotte di unità monocalibro. Il nome Dreadnought passo cosi a significare un tipo di nave da battaglia armato principalmente di grossi cannoni I tedeschi iniziarono rapidamente a costruire il loro nucleo di dreadnought, prendendo parte attiva a quella corsa agli armamenti navali con la Gran Bretagna che fu fondamentale nel processo di progressivo riavvicinamento tra Regno Unito e Francia. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, anche questa nave, che pure aveva cambiato il mondo della guerra navale, era comunque già leggermente superata. Malgrado sia rimasta in servizio nella Grand Fleet britannica per tutta la durata del conflitto, non fu mai protagonista di eventi particolarmente significativi. Soltanto, nel 1915, sperono e affondo un U-boat.

la hms dreadnought
La HMS Dreadnought, vera pietra miliare nella storia della progettazione navale.
LA GRAN BRETAGNA E LA E'NTENTE CORDIALE
In linea di massima, dopo le sortite belliche compiute sul continente all'epoca delle Guerre napoleoniche, il Regno Unito si era accontentato di restare più o meno lontano dalle questioni europee, preferendo concentrare tutte le sue energie nella fondazione di un grande impero coloniale a livello mondiale. Ciononostante furono proprio alcune questioni sorte in materia coloniale a costringerla a riconsiderare questa politica.
batello tedesco U-15
IL BATTELLO TEDESCO U-15 TRANSITA PER IL CANALE DI KIEL NEI PRIMI GIORNI DEL CONFLITTO. MALGRADO MOLTI STUDIOSI FOSSERO CONVINTI CHE LA GUERRA NAVALE SAREBBE STATA CARATTERIZZATA DA UNA SERIE DI GRANDI E DECISIVE BATTAGLIE TRA CORAZZATE, FU IL SOMMERGIBILE, NEL 1914 PRATICAMENTE IGNORATO DAI TEORICI, A METTERE DAVVERO A RISCHIO LA SUPREMAZIA NAVALE INGLESE.
In Sudafrica Cecil Rhodes, convinto colonialista, tentava di espandere verso nord il dominio dell'Impero britannico, puntando alle ricche regioni diamantifere della Repubblica dei Boeri. Egli pensava che la scarsa popolazione boera, di origine olandese, non potesse opporre altro che una debole resistenza, per cui iniziò a esercitare una certa pressione allo scopo di sondarne la fermezza. I boeri, tuttavia, non diedero mostra di cedimenti ed entrambe le parti presero a prepararsi al conflitto. Di sorpresa, nel 1899, i boeri assunsero l'iniziativa e, con un attacco preventivo, entrarono in Sudafrica. Il conflitto fu caratterizzato da una disparità di forze di proporzioni epiche, visto che circa duecentomila contadini boeri si sarebbero confrontati con il più grande Impero del mondo. Tuttavia, almeno all'inizio, i boeri passarono di vittoria in vittoria, arrivando a cingere d'assedio alcune importanti città sudafricane. Le forze dell'Impero britannico riuscirono ad avere la meglio solo grazie a massicci rinforzi di uomini e materiali. Nonostante tutto i boeri continuarono caparbiamente a combattere, affidandosi alla guerriglia. Alla fine, per piegarne la resistenza, gli inglesi furono costretti a creare una serie di campi di concentramento, ma la guerra si trascinò fino al 1902. La deprimente performance militare prodotta in occasione della Guerra dei Boeri portò la classe dirigente britannica a riconsiderare molti aspetti della sua politica estera. Sorsero forti dubbi sull'esito finale di un eventuale confronto con un avversario europeo. Di conseguenza, gli inglesi vararono una serie di interventi di ristrutturazione alle loro forze armate e, soprattutto, si misero in cerca di alleati. Sulle prime la Gran Bretagna tentò un'apertura diplomatica nei confronti della Germania - alleata in molte guerre passate - mirando a una forma di sodalizio. Il kaiser fu tuttavia fermo nel rigettare le offerte inglesi. Gli storici si sono sempre interrogati sulle ragioni di questo atteggiamento, dato che un'alleanza anglo-tedesca si sarebbe rivelata pressoché irresistibile. Pare tuttavia che il kaiser avesse l'ardente desiderio di "controllare" un'eventuale alleanza con la Gran Bretagna. In realtà, Guglielmo voleva l'alleanza con gli inglesi, ma voleva anche essere certo che nel suo ambito questi accettassero un ruolo subalterno.
truppe brittaniche
TRUPPE BRITANNICHE IN AZIONE DURANTE LA GUERRA DEI BOERI.
A questo fine, la Germania decise di far leva su prestigio internazionale e forza militare - inclusa quella navale - per indurre gli inglesi a ricercare un accordo in termini favorevoli alla parte tedesca. Sembrava che il rischio fosse accettabile, dato che ben pochi in Germania credevano che la Gran Bretagna potesse mai trovare un accomodamento con il suo antico avversario francese. Così il kaiser si convinse di avere tutto il tempo necessario per portare a compimento il suo personale progetto di alleanza anglo-tedesca. Si sbagliava. Si verificarono infatti alcuni eventi, sia interni che internazionali, che contribuirono ad allentare le tensioni tra Gran Bretagna e Francia spingendole l'una verso l'altra. Nel 1903, il monarca britannico Edoardo VII effettuò una visita ufficiale in Francia. Erano in molti a ritenere avventata questa iniziativa sulla scorta della convinzione che una parte significativa dell'opinione pubblica francese vedesse ancora gli inglesi come nemici. C'era il timore che una reazione negativa della popolazione francese alla visita del monarca britannico potesse arrecare danni irreparabili alle relazioni tra i due paesi. Edoardo VII ricevette invece un ottimo benvenuto e si rivelò ospite attento e sensibile. Era solo un primo passo, ma quella visita ebbe un ruolo importante nel placare i timori che si nutrivano da entrambe le parti della Manica. Nel frattempo, in Estremo Oriente, l'imminente collasso cinese causava gravi tensioni tra Russia e Giappone, le due potenze maggiormente interessate a banchettare sulle spoglie del gigante morente. Il Giappone, uno stato insulare che in qualche modo si ispirava alla Gran Bretagna, era la nascente potenza navale del Pacifico.
L'INCIDENTE DI CURRAGH
Il partito liberale inglese si era da molto tempo espresso in favore dell'autonomia irlandese, la cosiddetta "Home Rule", che avrebbe dovuto avere il suo centro nella cattolica Dublino, ma ogni sforzo in tal senso era stato reso vano dall'opposizione della conservatrice Camera dei Lords. Nel 1909, una crisi istituzionale, in parte causata da nuove tasse volte a coprire il dispendioso piano di costruzioni navali incentrato sui dreadnought, strappò alla Camera dei Lords il tradizionale diritto di veto. Nel 1912, la Home Rule venne finalmente approvata dalla Camera dei Comuni, con decorrenza dal 1914. Il procedimento, però, era un vero e proprio anatema per la comunità protestante nord-irlandese che prese ad armarsi per resistere con la forza alla sua attuazione. Inoltre i simpatizzanti britannici, gli Unionisti, si rivolsero al governo per ottenere che venisse loro riconosciuta una sorta di esenzione dalla tassa.
Naturalmente ciò andava contro le aspirazioni di gran parte dei nazionalisti cattolici che presero anch'essi ad armarsi per difendere il provvedimento. La Gran Bretagna si trovò in una situazione estremamente delicata. Man mano che la data di entrata in vigore della legge si avvicinava, la minaccia di una guerra civile si addensava sull'Irlanda. Agli inizi del 1914, mentre in Europa gli eventi preludevano alla guerra, il governo britannico ordino a una brigata di cavalleria di stannel campo di Curragh, nel sud dell'Irlanda, di dirigere verso nuove posizioni a nord al fine di soffocare eventuali insurrezioni popolari. Gli ufficiali dell'unità di cavalleria anziché prestarsi a cacciare fuori dei leali sudditi del Regno Unito, preferirono rassegnare in massa le dimissioni. Fu subito chiaro che, oltre a loro, molti altri ufficiali dell'esercito britannico condividevano il credo unionista. La situazione irlandese giunse a un punto critico tra giugno e luglio 1914, rendendo tra l'altro il governo inglese incapace di avvedersi di quanto stava accadendo in Europa. Alla fine, lo scoppio delle ostilità con il nemico tedesco sospese la disputa irlandese fino al 1916.
Riunione membri del Sinn Fein
UNA RIUNIONE DEI MEMBRI DEL SINN FEIN
Nell'intento di spingere la Gran Bretagna a cercare un'alleanza con la Germania, i tedeschi decisero di far leva sul loro prestigio internazionale e sulla loro potenza militare. Era un rischio accettabile, in quanto ben pochi erano disposti a credere che la Gran Bretagna si sarebbe trovata in accordo con la Francia.
Nell'intento di consolidare la loro influenza sulla regione, i giapponesi cercarono l'alleanza con il Regno Unito, unica potenza europea a mantenere una presenza navale significativa in Estremo Oriente. Le due nazioni siglarono un trattato di alleanza nel 1902, ciò permise ai giapponesi di concentrare le loro forze nella contesa che li opponeva alla Russia per l'egemonia sulle spoglie dell'Impero cinese. Nel 1904, approfittando della nuova e più rassicurante situazione nel Pacifico per sferrare un attacco a sorpresa alla Flotta russa del Pacifico di stanza a Port Arthur, scatenarono la Guerra russo-giapponese. Il conflitto terminò con la sconfitta russa dopo poco più di un anno. Lo stress che ne derivò a carico dell'arcaico sistema russo ebbe fortissime ripercussioni sulla società civile e sfociò in un'insurrezione finalizzata a chiedere una moderata riforma dello stato. La vittoria fu il suggello alla nascita della potenza giapponese ma originò anche molte discussioni sulla decadenza di quella russa. I francesi furono molto impressionati dalla scadente prestazione del loro alleato giungendo alla conclusione che, in un eventuale conflitto futuro, l'aiuto russo avrebbe potuto risultare insufficiente. In quella prospettiva la nascente amicizia con la Gran Bretagna assumeva la massima priorità per la diplomazia francese.

La questione navale fu fondamentale per la nascita di stabili legami tra Francia e Gran Bretagna. Già nel 1903 la crescente potenza della Flotta d'Alto Mare tedesca iniziava a ispirare una grave inquietudine nella classe dirigente inglese. Vi era la certezza che la cantieristica tedesca non avrebbe mai potuto produrre una marina come quella del Regno Unito. Tuttavia la Royal Navy era dispersa ai quattro angoli del globo, impegnata a proteggere gli interessi mondiali dell'Impero, mentre la marina tedesca era concentrata nel Mare del Nord. Il consigliere navale del kaiser, ammiraglio Alfred von Tirpitz, vedeva grandi opportunità in questa situazione. Secondo i suoi calcoli, alla Germania sarebbe bastato realizzare una forza navale pari a circa la metà di quella inglese. Dato che la Gran Bretagna non avrebbe mai potuto richiamare tutta la sua Flotta, la marina tedesca, sia pure più piccola ma concentrata, avrebbe potuto costituire una grave minaccia per il Ragno Unito. L'equilibrio delle forze navali nel Mare del Nord avrebbe così potuto diventare un argomento decisivo per forzare gli inglesi ad accettare un'alleanza con la Germania secondo le preferenze di quest'ultima. Il kaiser approvò quindi i piani di Tirpitz nella speranza di realizzare il suo sogno di alleanza con una Gran Bretagna sottomessa, ma i tedeschi si sbagliavano. Gli inglesi guardavano al problema navale come a una questione di vita o di morte, di conseguenza, tentarono l'impensabile: sistemare le dispute coloniali che ne minacciavano gli interessi, così da permettere alla loro marina di concentrarsi nel Mare del Nord per controbilanciare la nascente minaccia tedesca. Finalmente, nel 1904, la Gran Bretagna raggiunse un accordo con la Francia e firmò la Cordiale Intesa. Si trattava di un atto che, in via amichevole, appianava tutte le annose dispute coloniali sorte tra i due rivali, soprattutto in Africa, e che avevano costituito un grave ostacolo ai loro buoni rapporti. Nel 1907 la Gran Bretagna firmò un'altra Éntente, questa volta dedicata alla soluzione delle contese coloniali sorte in Asia con la Russia. Malgrado la Gran Bretagna non avesse firmato un formale atto di alleanza con Francia e Russia, l'avvento di quella che sarà nota come Triplice Intesa costituì una pietra miliare nella storia della diplomazia. Era dai tempi della Guerra dei Cento Anni che francesi e inglesi erano nemici e, ora, l'aggressività dimostrata dal kaiser in politica estera aveva spinto gli antichi rivali l'uno nelle braccia dell'altro. A questo punto, dopo aver preso una così grave cantonata, il kaiser tentò di mandare in pezzi l'Intesa che involontariamente aveva contribuito a far nascere.

Reparto irregolare Boero
UN REPARTO IRREGOLARE BOERO POSA PER UNA FOTO RICORDO DURANTE LA BREVE OCCUPAZIONE DI NATAL. LE TATTICHE DI GUERRIGLIA ADOTTATE DAI BOERI MISERO IN DIFFICOLTÀ GLI INGLESI, CHE RICORSERO AI CAMPI DI CONCENTRAMENTO PER PIEGARNE LA RESISTENZA.
LA SITUAZIONE NEL 1914
La situazione nel 1914
sistema addestramento
SULLA SCIA DELLE DEFICIENZE EVIDENZIATESI NEL CORSO DELLA GUERRA DEI BOERI, LA GRAN BRETAGNA RIFORMÒ IL SISTEMA ADDESTRATIVO PER AUMENTARE LA PROFESSIONALITÀ DEGLI EFFETTIVI. L'ADDESTRAMENTO IMPARTITO ALLE TRUPPE SI SAREBBE RIVELATO PREZIOSO QUALCHE ANNO DOPO.
l'Arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo
L'ARCIDUCA FRANCESCO FERDINANDO D'ASBURGO E SUA MOGLIE SI DIRIGONO VERSO LA LORO AUTO NEL GIORNO FATALE CHE AVREBBE VISTO IL LORO ASSASSINIO.
La guerra russo giapponese durò poco più di un anno e sfociò in una sconfitta russa. Lo stress che ne derivo a carico dell'arcaico sistema russo ebbe fortissime ripercussioni sulla società civile e sfociò in una insurrezione volta ad ottenere una riforma dello stato.
LA TENSIONE SALE
L'Intesa anglo-francese risolse anche l'annosa disputa sul Marocco, prevedendo la cessione alla Francia delle aree controllate dagli inglesi. Quando la Francia si accinse a prendere possesso del nuovo protettorato, il kaiser decise di approfittare della situazione per mettere sotto pressione l'Intesa e provocarne il collasso. Con una mossa ad effetto, nel marzo 1905, si presentò di persona nel porto marocchino di Tangeri garantendo l'appoggio incondizionato all'indipendenza del Marocco. Quindi richiese formalmente che venisse indetta una conferenza internazionale sulla questione marocchina, alludendo velatamente alla possibilità di una guerra quale unica alternativa alla mediazione internazionale. Iniziò così la prima crisi marocchina. Nel 1906 le maggiori potenze europee si incontrarono ad Algesiras per discutere il futuro del Marocco e, di conseguenza, tutti gli equilibri internazionali europei. La Conferenza si risolse in un disastro per la Germania, dimostrando che i tentativi di far crollare l'Intesa con la minaccia di usare la forza erano miseramente falliti. Gli inglesi appoggiarono pienamente la Francia e non arretrarono di un passo di fronte al "tintinnar di spade" tedesco.
Inoltre il kaiser fu costretto a rilevare, stupito, che la maggior parte delle nazioni europee in quell'occasione si erano schierate con la Francia. Perfino l'Italia, membro del sistema di alleanze tedesco, aveva appoggiato la causa francese lasciando la sola Austria al fianco della Germania. Le conseguenze della Conferenza di Algesiras furono peggiori di quanto il kaiser non immaginasse. Da quel momento, infatti, in Gran Bretagna molti si resero conto del fatto che la più grave minaccia alla stabilità europea veniva proprio dalla Germania. Gli stati maggiore inglese e francese iniziarono così una serie di consultazioni segrete per discutere il modo migliore di impiegare la potenza britannica nell'eventualità di un conflitto.
Arciduca Francesco Ferdinando
DUE ALI DI FOLLA IN LUTTO ASSISTONO AL PASSAGGIO DEL FERETRO DELL'ARCIDUCA FRANCESCO FERDINANDO. INDIGNATI DAL SUD ASSASSINIO, MOLTI AUSTRIACI DOMANDARONO A GRAN VOCE VENDETTA PER LA SUA MORTE.
Venne infine deciso che, nel caso di un'invasione tedesca, la Gran Bretagna avrebbe inviato in Francia una parte significativa dell'esercito regolare. Il British Expeditionary Force (BEF) era un corpo relativamente modesto - contava circa centomila effettivi ma avrebbe potuto giocare un ruolo importante in un conflitto fra le forze tedesche e francesi che si equivalevano. Dopo aver tentato invano di far crollare l'Intesa con mezzi diplomatici, il kaiser cercò altri mezzi, sempre tendenzialmente basati sulla forza militare, per dividere Francia e Gran Bretagna. Quest'ultima, nel 1906, in un sol colpo rivoluzionò la guerra navale varando la poderosa HMS Dreadnought, unità che gli esperti del tempo giudicarono tanto superiore da rendere obsolete tutte le altre unità in servizio. Questa nave da battaglia riaffermò il predominio tecnologico della Royal Navy ma, al contempo, ne mise a rischio la supremazia. Nel 1905, prima della sua apparizione, gli inglesi vantavano una tale superiorità numerica da rendere minima la minaccia costituita dalla marina tedesca. Il varo della Dreadnought rappresentò un tale balzo in avanti della tecnologia navale che un gran numero di unità britanniche divennero pressoché inutili. In pratica la superiorità inglese rispetto alla marina tedesca si era ridotta a una sola nave: la Dreadnought, appunto. Il kaiser capi l'opportunità che gli si presentava e la colse al volo. La Germania doveva immediatamente progettare le sue dreadnought e tentare di costruirle a un tale ritmo da mettere in dubbio il dominio britannico dei mari.

La Gran Bretagna non poteva permettere che ciò avvenisse. Così gli inglesi decisero di costruire due dreadnoughts equivalenti a quelle varate dai tedeschi. Era iniziata una corsa agli armamenti navali aspra e costosa. La Germania, che fino a poco tempo prima era vista come il naturale alleato della Gran Bretagna contro i francesi, stava diventando il suo principale nemico.
Nel 1911 il Marocco fu nuovamente al centro di una crisi tra le potenze europee. Dopo una sollevazione della popolazione locale contro gli stranieri, il kaiser inviò la cannoniera tedesca Pantber nel porto marocchino di Agadir, ufficialmente allo scopo di proteggere gli interessi tedeschi nell'area, ma in realtà per dimostrare agli inglesi la debolezza francese. Pensava che questa mossa avrebbe portato gli inglesi alla tardiva conclusione che la forte Germania sarebbe stata un alleato migliore di quanto non potesse essere la debole Francia. Anche questa volta gli sforzi tedeschi per minare l'Intesa fallirono ed ebbero ulteriori, impreviste conseguenze per la Germania. Sulla scia della seconda crisi marocchina la Gran Bretagna firmò, infatti, un accordo navale senza precedenti con la Francia: le sue navi abbandonarono il Mediterraneo lasciandolo sotto la completa tutela francese. In compenso, in caso di guerra, la Gran Bretagna si impegnava a difendere il Canale della Manica da qualsiasi eventuale aggressione tedesca. L'Intesa era ormai, implicitamente, una vera e propria alleanza militare.

Nel 1911, molti pensarono che si fosse evitata la guerra. Tuttavia la rete di alleanze era mai consolidata e attendeva soltanto una scintilla per far deflagrare il conflitto. La scintilla sarebbe partita dai Balcani.
LA CRISI BALCANICA E LA GUERRA
En seguito al fallimento delle manovre del 1911, il kaiser stemperò l'aggressività della sua politica e le relazioni tra le principali potenze europee entrarono in una fase più tranquilla. Molti pensarono che si fosse evitata la guerra, tuttavia la rete di alleanze era ormai consolidata e attendeva solo una scintilla per far, deflagrare il conflitto. Quella scintilla sarebbe partita dai Balcani. I piccoli stati della regione, primo tra tutti la Serbia, avevano appena conquistato l'indipendenza ai danni del vacillante Impero Ottomano. Dopo il ripiegamento turco i differenti gruppi etnici e religiosi dell'area balcanica si confrontarono sanguinosamente per l'egemonia della regione.
Ad aumentare ulteriormente la confusione c'erano le mire espansionistiche che l'Austria
nutriva nell'area, mire che l'avevano portata a estendere la sua sfera di sovranità sulle popolazioni slave balcaniche fino a comprendere quelle bosniache. A sua volta la Russia puntava al controllo della regione, forte di una parentela etnica che le popolazioni slave sentivano fortemente. Questo fatto portò russi e serbi a stringere un'alleanza militare volta a contenere le pressioni austriache. Austria e Russia si trovarono così coinvolte in una disputa diplomatica che aveva per teatro una situazione geopolitica assai instabile.
Il 28 giugno 1914 il frastuono di uno sparo omicida scosse il delicato equilibrio europeo.
L'arciduca d'Austria Francesco Ferdinando d'Asburgo, erede al trono austro-ungarico, si trovava a Sarajevo in una visita ufficiale apparentemente amichevole. Vi erano, però, ben pochi dubbi sul fatto che con quel viaggio volesse affermare il predominio austro-ungarico sulla Serbia.

cardinale benedice
IN AUSTRIA LA GUERRA CONTRO LA SERBIA FU ACCOLTA CON FAVORE. NELLA FOTO, UN CARDINALE BENEDICE LE SCIABOLE DI ALCUNI UFFICIALI IN UN ACCADEMIA MILITARE DI VIENNA PRIMA DELLA LORO PARTENZA PER IL FRONTE.
Gli slavi però avvertivano il controllo soffocante dell'Impero austro-ungarico e la
presenza dell'arciduca era sentita come una provocazione; ciò era particolarmente vero per la nazionalista classe dirigente, desiderosa di radunare sotto la sua guida tutte le popolazioni slave balcaniche e di sottrarle all'influenza austriaca.
Gavrilo Princip, membro del gruppo ultranazionalista serbo "La Mano Nera", forse segretamente supportato dallo stesso governo serbo, si recò a Sarajevo con altri attentatori deciso a vendicarsi della prepotenza austriaca. Alcuni iniziali tentativi di assassinare l'arciduca non ottennero alcun successo ma, il 28 giugno, mentre Princip era intento a lagnarsi del suo fallimento in un caffe, in strada si fermò proprio la vettura scoperta dell'arciduca. Princip afferrò la pistola, saltò sul predellino della vettura e uccise l'arciduca e sua moglie. L'inarrestabile catena di eventi che avrebbe portato alla Prima Guerra Mondiale si era ormai avviata.

Il mondo intero fu colpito c rattristato dagli eventi di Sarajevo. L'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe era assolutamente deciso a far pagare alla Serbia il suo coinvolgimento nella morte dell'erede al trono. Tuttavia, conscio del fatto che la Serbia vantava l'amicizia della potente Russia, non si sarebbe mai mosso contro lo stato balcanico senza l'appoggio della Germania. Alla fine, il 5 luglio, il kaiser acconsentì ad appoggiare qualsiasi iniziativa austriaca nei confronti della Serbia. Era il famoso "assegno in bianco" diplomatico che incoraggiò l'Austria a intraprendere una serie di provocazioni nei confronti dello stato balcanico. Gli storici ancora oggi dibattono sui motivi che possono aver indotto la Germania a impegnarsi in quel modo. Alcuni sono convinti del fatto che la mossa tedesca fosse stata consciamente rivolta a provocare una guerra che avrebbe dovuto garantire la leadership continentale alla Germania. Altri ritengono che la Germania non si fosse resa conto dei rischi insiti in quell'iniziativa e che stesse semplicemente cercando di evitare di deludere l'Austria, unico importante alleato rimastole. Quali che fossero le motivazioni tedesche, gli austriaci ottennero l'appoggio che volevano per risolvere la questione serba. Il 23 luglio l'Austria indirizzo alla Serbia un ultimatum. In esso erano comprese dieci richieste, alcune delle quali andavano in pratica a intaccare la sovranità nazionale serba. Le clausole erano state pensate proprio per risultare inaccettabili, quando la Serbia le avesse rifiutate, l'Austria avrebbe avuto il pretesto per scatenare una guerra nella quale avrebbe potuto presentarsi come vittima. A sorpresa, però, la Serbia accettò buona parte delle clausole, chiedendo di sottoporre le restanti al giudizio di una commissione internazionale.
L'Austria si ritrovò spiazzata. Gli inglesi proposero una conferenza europea per affrontare la questione, ma sia Austria che Germania si rifiutarono di parteciparvi. Il 28 luglio 1914, l'Austria dichiarò guerra alla Serbia.

Riservisti austriaci
BEN POCHI SOLDATI EUROPEI SI RENDEVANO CONTO DEGLI ORRORI CHE AVREBBERO DOVUTO AFFRONTARE DIL A QUATTRO ANNI, QUESTI RISERVISTI AUSTRIACI MARCIANO ENTUSIASTICAMENTE VERSO IL FRONTE SORPRENDENTEMENTE, MOLTI SAREBBERO SOPRAVVISSUTI FINO AL 1918 PER ASSISTERE ALLA SCONFITTA FINALE DEL LORO PAESE.
A prima vista il conflitto sembrò nulla più che una piccola guerra regionale tra Austria e Serbia. L'intricato sistema di alleanze che stringeva le nazioni europee, però, la trasformò in una Guerra mondiale.
IL CONFLITTO SI ALLARGA
prima vista il conflitto non sembrava nulla più che una piccola guerra regionale tra Austria e Serbia, ma l'intricato sistema di alleanze che stringeva le nazioni europee si incaricò ben presto di trasformarlo in una Guerra mondiale. Lo zar di Russia, Nicola II, si trovò in grave imbarazzo. Data l'alleanza in atto aveva l'obbligo morale di difendere la Serbia, tuttavia era anche pienamente conscio del fatto che una mossa del genere da parte sua avrebbe di certo portato alla deflagrazione di una guerra su scala continentale. Lo zar alla fine decise di porre l'onore al di sopra di tutte le altre considerazioni e, il 29 luglio, iniziò la mobilitazione del grande esercito russo. Questo secondo passo verso la Guerra mondiale causò la reazione tedesca. L'alleanza che legava Francia e Russia metteva la Germania a rischio di un disastroso conflitto su due fronti. Tuttavia il conte Alfred von Schlieffen, già capo dello stato maggiore tedesco, aveva escogitato un ingegnoso piano che prometteva di evitare questa pericolosa eventualità. La Francia era una nazione relativamente piccola, in grado di mobilitare il suo esercito in tempi brevi. Viceversa la Russia era enorme e le sue vie di comunicazione scarse. Il Piano Schlieffen si basava sull'assunto per cui, per essere pronto all'azione, l'esercito russo avrebbe avuto bisogno di almeno sei settimane dal momento dell'inizio della mobilitazione. Quindi i tedeschi avrebbero avuto a disposizione sei settimane nel corso delle quali avrebbero potuto vedersela con un solo avversario: la Francia. Il piano stabiliva perciò che una volta iniziata la mobilitazione russa, la Germania avrebbe dovuto dichiarare guerra alla Francia e sconfiggerla entro, appunto, sei settimane. Raggiunto quell'obiettivo l'esercito tedesco avrebbe avuto tutto il tempo per parare la minaccia russa. Il 29 luglio, data di inizio della mobilitazione russa, i termini che i tedeschi si erano prefissati iniziarono a scadere. Il kaiser era in un vicolo cieco e gli eventi europei presero rapidamente a sfuggirgli di mano. Mise in dubbio il Piano Schlieffen e chiese al suo capo di stato maggiore, Helmut von Moltke, se non fosse possibile limitare il confronto alla sola Russia. Tuttavia sembrava proprio che il piano non potesse essere modificato. Gli storici continuano a chiedersi se gli sforzi che il kaiser compi per evitare l'imminente conflitto fossero sinceri o se Guglielmo non fosse piuttosto timoroso che la guerra, di cui lui stesso era il principale artefice, potesse sfociare in una disfatta tedesca. Di certo né il kaiser, né i suoi consiglieri furono in grado di trovare una via d'uscita. I dubbi erano aggravati dal fatto che la Francia aveva anch'essa iniziato a mobilitare l'esercito, mentre gli stessi tedeschi, pur sperando nella neutralità britannica, non avevano certezze sull'atteggiamento che gli inglesi avrebbero tenuto nei confronti di una guerra in Europa. Il 1° agosto la Germania mobilito le sue forze armate. Il giorno successivo, entrarono in Lussemburgo e chiesero di transitare nel territorio del neutrale Belgio per attaccare la Francia. I belgi rifiutarono e il 3 agosto i tedeschi invasero la piccola nazione.
Whitehall 1914 Londra
CODA DI RECLUTE IN ATTESA DI ARRUOLARSI A WHITEHALL, A LONDRA, NEL 1914. MOLTI TEMEVANO CHE TUTTO SAREBBE FINITO PRIMA DI RIUSCIRE A ENTRARE IN AZIONE.
Le uniche due potenze europee rimaste estranee al conflitto erano Italia e Gran Bretagna.
Da parte loro gli italiani abbandonarono al loro destino gli ex-alleati (che vedevano come aggressori) e scelsero la neutralità. Da un punto di vista formale anche la Gran Bretagna aveva il diritto di rimanere neutrale, ma il suo destino era inesorabilmente legato a quello della Francia.
Alcuni storici attribuiscono alla Gran Bretagna una parte di responsabilità per lo scoppio del conflitto, sostenendo che se gli inglesi avessero manifestato con chiarezza l'intenzione di intervenire al fianco della Francia i tedeschi non sarebbero stati così aggressivi. D'altra parte la Gran Bretagna aveva i suoi problemi interni: con il voto della Home Rule, nel 1914, doveva essere introdotta la tanto attesa autonomia irlandese, ma protestanti del nord e cattolici del sud si stavano armando in vista di una possibile guerra civile. Distratti dalla crisi interna gli inglesi non focalizzarono l'imminente bagno di sangue europeo finché non fu troppo tardi per avere una qualsiasi influenza sugli eventi. Il governo britannico, guidato dal primo ministro Herbert Asquith e dal ministro degli Esteri Edward Grey, appoggiava la Francia ma fu l'invasione del Belgio che conquistò l'opinione pubblica alla causa interventista. Il 3 agosto Grey si presentò in parlamento e pronunciò un appassionato discorso a favore dell'intervento nella guerra europea in soccorso del Belgio. Ricordo ai compatrioti che la Gran Bretagna, nel 1830, aveva firmato un accordo che la impegnava a difendere la neutralità belga e chiese alla nazione di onorarlo.

Il discorso del ministro degli Esteri ebbe la meglio su tutte le esitazioni e solo il partito laburista rimase contrario. Fu così che la Gran Bretagna indirizzo un ultimatum alla Germania secondo cui le truppe tedesche dovevano lasciare il territorio di Francia e Belgio in ventiquattr'ore, pena una formale dichiarazione di guerra. Quando il cancelliere tedesco Bethmann-Hollweg ricevette la notizia, divenne livido. Non si aspettava che la Gran Bretagna entrasse in guerra e trovava incredibile che lo facesse in forza di un vecchio trattato che definì con disprezzo un "pezzetto di carta". L'ultimatum inglese non ebbe effetto: la Germania non aveva altra scelta che seguire la rotta prefissata. L'ultimatum scadeva a mezzanotte del 4 agosto e quella sera Edward Grey era con John Redmond, uno dei dirigenti dei nazionalisti sud-irlandesi. I due si erano trovati spesso in disaccordo a proposito dell'autonomia irlandese e del rischio d'insurrezione nell'isola. Quella notte, mentre i minuti scorrevano lenti e inesorabili, avvicinando sempre più la Gran Bretagna alla guerra, entrambi colsero la gravità del momento. Mentre i due uomini riflettevano sull'importanza degli eventi, in strada un uomo spegneva i lampioni a gas. Era mezzanotte e l'ultimatum stava scadendo. Grey si rivolse al suo ospite e profeticamente affermò: «In tutta Europa si stanno spegnendo le luci. Non le vedremo riaccendersi per tutta la vita. La sua predizione si rivelò del tutto esatta.
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